Recensione Le ombre del coguaro di Daniele Gennari.

Un thriller avvicente, che si svolge tra Italia e America. L’autore, grazie alla sua esperienza diretta come ingegnere informatico in aziende importanti, ci porta a scoprujre i segreti della Silicon Valley, un mondo affascinante.

Già dalle prime pagine il ritmo è incalzante e il lettore si trova coinvolto nel delitto e nelle complesse indagini di un caso che si presenta subito come intricato. Gennari spezza la tensione al momento giusto con passaggi più ironici e a tratti anche divertenti. Un altro punto di forza è la capacità di aver descritto la “nascita” di un killer.

Molto interessante il personaggio di Peter Montana, che ci porta alla mente i thriller americani, che io ho da sempre amato.

Una storia ben articolata, complessa e ottimamente gestita dall’autore, che è al suo esordio e che ha affrontato il percorso di pubblicazione in crowdfunding con la casa editrice milanese bookabook. Ciò significa che sono stati proprio i lettori a sceglierlo. Una lettura che vi consiglio per l’estate, che vi farà passare ore molto piacevoli.

La trama

L’assassinio di un diplomatico americano nell’ambasciata degli Stati Uniti a Roma scatena il panico a Washington. Per indagare con discrezione viene cooptato Peter Montana, un comandante delle forze speciali. In numerose operazioni sottotraccia e predatorie si è guadagnato l’appellativo di Coguaro.

In una fase matura della sua esistenza, l’orgoglio per i successi ottenuti non è sufficiente a esorcizzare gli spettri che scaturiscono dai coni d’ombra del suo equivoco passato. Nel corso della complicata indagine romana, fra intrighi politici e traffici internazionali illeciti, il Coguaro rivive le tappe della sua trasformazione.

Da nerd di provincia a cinico esecutore governativo, a partire dal delitto risolto trent’anni prima, dall’Italia in California, che gli ha cambiato la vita.