Pietra Dolce / Valeria Tron

C'è bisogno di angeli quassù

Pietra Dolce di Valeria Tron

Valeria Tron è tornata e per questo nuovo meraviglioso libro ci riporta in Val Germanasca, nella montagna dove la vita può essere molto dura, ma anche ricca di cultura, di coraggio, di legami.

Credo che l’autrice sia cresciuta ancora dopo l’esordio nella letteratura con L’equilibrio delle lucciole, che già ho amato moltissimo. La scrittura di Tron è potente, densa, come il patois, antica e nobile lingua occitana che si parla nella valle, ma anche evocativa. Le parole “suonano” e disegnano quadri, immagini, cantano canzoni.

Ci sono personaggi indimenticabili, come Lisse, Mina, Tedesc e tutti gli altri uomini e donne della miniera, della montagna. E un messaggio fondamentale: quello dell’accoglienza, di chi è prossimo, di chi ha fame, di chi soffre. Come Mina che apre la sua casa ad Alma, che ha attraversato l’oceano per un piatto di minestra.

La trama

In Val Germanasca la natura detta le proprie volontà: nella miniera di talco, negli orti, nei boschi, nelle borgate cheguardano la cascata. Così accade anche il giorno del crollo: tre boati tanto forti da far tremare la montagna. Due minatori mancano all’appello e nel piazzale si scava tra i detriti. L’ultimo a uscire dal foro nella roccia è un giovane che tutti conoscono. Si chiama Lisse, senza la U, e in quella lettera mancante è già scritta gran parte della sua vita. È ferito, eppure a far sanguinare l’animo di Lisse sono ben altri tagli. Quell’uomo partorito in un prato, accolto e nutrito dalla sua gente, è anche l’invisibile, il senza-storia, esiliato entro i confini della sua Valle. Stravolto da quell’ennesimasciagura, Lisse si rifugia in una baracca a Paraut, dove è nato. Giosuè Frillobèc, l’amico di sempre che zoppica sulle parole, non può stare a guardare.

E con lui nemmeno Mina, che ha cresciuto entrambi come una madre; e Lumière, il gigante che fa oracoli; e Tedesc, il vecchio liutaio che parla tre lingue. Insieme escogiteranno un piano per riportare Lisse a casa e restituirgli speranza, immaginarsi ancora possibile. L’arrivo di Alma, partita dall’Argentina con una chitarra in spalla, porterà nelle loro vite il canto delle Ande e un sogno gentile da coltivare. Passano molti anni,Frillobèc ha lasciato la Valle e vive isolato tra le colline, con la sola compagnia di una corva. A spezzare la sua solitudine è l’improvvisa visita di un ragazzo, Jul, venuto dalle montagne a riportargli un oggetto che gli è appartenuto. Insieme cuciranno la storia, gli amori distanti un oceano, le libertà sfilacciate dal tempo, le promesse incompiute. Una miniera di piccole cose, incise nella pietra dolce.

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