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recensione leon carlo lucarelli

Léon / Carlo Lucarelli

Tornano l'ispettore Grazia Negro e Simone, gli amati protagonisti di Almost Blue. E, ovviamente, l'Iguana.

Recensione Leon di Carlo Lucarelli

Prima di perdermi tra le pagine di questa nuova storia del Maestro Carlo Lucarelli, ho riletto Almost Blue, dopo tanti anni, e ne ho ritrovato la bellezza inarrivabile. Dei personaggi, delle descrizioni, delle idee, della musica.

Anche la nuova avventura dell’ispettore Grazia Negro, che torna ad affrontare L’Iguana, è guidata dalla musica. Il titolo è quello dell’omonima canzone dei Melancholia. E nel romanzo appare poi anche un’altra canzone, “Amami ancora”.
Adoro ritrovare personaggi amati, e Grazia e Simone sono sicuramente tra questi. Lucarelli è geniale nel raccontare come, o meglio, “chi” sono diventati nel tempo.

Ancora una volta la vicenda è ambientata a Bologna, post pandemia, con le mascherine che diventano quasi un accessorio normale che fa parte dell’abbigliamento e che offrono ai criminali la possibilità di nascondere il volto senza dare nell’occhio. C’è anche qualche delicato accenno al periodo del lock down, inserito senza risultare per nulla forzato o pesante.

A raccontare Bologna è Roberto, un taxista geniale. E poi ci sono una profiler, Ersilia, una poliziotta della scorta, personaggi ai quali affezionarsi. E morti, tanti. In questo libro Lucarelli regala moltissimi colpi di scena e una tensione che raggiunge il culmine negli ultimi capitoli e mi ha tenuta sveglia finché non ho terminato la lettura.

Amo i gialli quando le storie di tensione e paura diventano un mezzo per raccontare l’umanità. E Lucarelli ci riesce meglio di chiunque altro.

Leggi l’intervista a Carlo Lucarelli

La trama

Bologna, Ospedale Maggiore. Grazia Negro è ancora stordita dall’anestesia per il cesareo eppure sorride. Finalmente, a dispetto di tutto, è quello che ha scoperto di voler essere: una madre. Basta con le indagini, basta con i morti, basta con la caccia ai mostri. È felice. Ma un attimo dopo capisce che qualcosa non va. Un’infermiera le porta via la culla con le gemelle appena partorite, mentre un agente spinge il suo letto fuori dalla stanza. L’Iguana, il pazzo assassino che anni prima aveva preso di mira gli studenti dell’università, è scomparso dalla struttura psichiatrica in cui era detenuto, lasciando due morti dietro di sé. Era stata Grazia a catturarlo. Per questo trasferiscono lei e le bambine in un luogo segreto.

E per questo conducono lí anche Simone, il suo ex compagno, il giovane non vedente che l’aveva aiutata nell’indagine. Però non è sufficiente. Ci sono zone buie, in questa storia, che nascondono sorprese molto pericolose. Nessuna fra le persone coinvolte nel caso è al sicuro.

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