18 Gen Follia / Patrick McGrath

Le donne romantiche, riflettei. Non pensano mai al male che fanno in quella loro forsennata ricerca di esperienze forti. In quella loro infatuazione per la libertà.

Recensione Follia di Patrick McGrath. Non è facile “entrare” nella storia di Stella ed Edgar. Ma, una volta immersi nella lettura, non se ne esce più. E alla fine la follia pervade anche il lettore e diventa difficile distinguere chi è sano di mente da chi non lo è. Chi sono i “buoni” e chi i “cattivi” della vicenda.

Affascinano subito le atmosfere vittoriane del manicomio nel quale è ambientata la vicenda. C’è il ballo tradizionale “dei pazzi”, (che mi ha ricordato Il ballo delle pazze) durante il quale la bellissima moglie del vice direttore balla con un pazzo uxoricida. Un artista, che sta rimettendo a posto la serra del suo giardino.

Mi sono immedesimata nella vita asfissiante di Stella, nel suo desiderio e bisogno di libertà e nel cliché più tradizionale non solo della letteratura, ma purtroppo della vita: chi è diverso, chi sfugge alle regole, chi non si adatta viene etichettato come pazzo.

Il narratore è un personaggio enigmatico e fino all’ultima pagina mi sono chiesta fino a dove mi avrebbe portata. E la conclusione (ovviamente, senza spoiler) è che alla fine nessuno è chi sembra. Non in questa storia, e forse difficilmente nella vita.

Affascinante l’atmosfera di Londra alla fine degli Anni Cinquanta. Un libro veramente da divorare, nutrendosi di uno stile elegante, una storia cupa e profonda, una protagonista che non dimenticherò.

La trama

Una grande storia di amore e morte e della perversione dell’occhio clinico che la osserva. Dall’interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la “follia” che percorre il libro è solo nell’amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell’occhio clinico che ce lo racconta.

Qui il link a un’interessante intervista all’autore Patrick McGrath

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