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recensione qual è la via del vento

Qual è la via del vento / Daniela Dawan

La memoria e l'umanità al centro di una storia familiare

Recensione Qual è la via del vento di Daniela Dawan

Una storia dimenticata. Eppure “italiana”. Perché nella Libia del 1967 vivevano moltissimi italiani, che lavoravano e avevano costruito la propria vita in quella terra. C’erano cattolici, ebrei, musulmani. Cattedrali, sinagoghe e moschee erano l’orizzonte, simboli di una convivenza di secoli.

La Guerra dei Sei Giorni, tra Egitto e Israele, cambia tutto. E l’odio si scatena anche a chilometri di distanza. Per gli ebrei la Libia non è più un posto sicuro. Bande armate uccidono le persone di religione ebraica.

Così, la piccola Micol resta chiusa nel collegio delle suore in cui studia. I suoi genitori, barricati in casa con i nonni, non riescono ad andarla a prendere.

E’ la storia di una famiglia, che trae ispirazione in gran parte dalla biografia dell’autrice Daniela Dawan, ma anche una storia di odio e persecuzione dimenticate.

Come purtroppo avviene per molte tragedie della Storia.

Qual è la via del vento di Daniela Dawan è però anche molto di più. E’ la storia di una sorella persa, di Leah, ma anche di una memoria da ritrovare. E un passato con il quale riappacificarsi.

Bellissime le descrizioni della Tripoli lussureggiante degli anni Sessanta, della quale, completamente cambiata. Cimiteri sono andati distrutti, la cattedrale è diventata una moschea e i nomi delle vie oggi sono tutte in arabo.

La trama

Tripoli, giugno 1967. La Guerra dei sei giorni in Medioriente scatena terribili violenze contro gli ebrei di Libia. Uccisi, depredati dei loro averi, sono oggetto dell’odio di masse inferocite che il vecchio re Idris non controlla. Bisogna fuggire, nascondersi. E così Ruben e Virginia Cohen, con i vecchi genitori di lei, Ghigo e Vera Asti, si barricano nel loro appartamento, circondato da uomini armati di spranghe e coltelli.

Micol, la loro bimba di nove anni, è bloccata a scuola dalle suore italiane che non vedono l’ora di liberarsene: l’istituto rischia per la presenza della bambina ebrea, l’unica rimasta di tanti allievi. L’esile Micol è timida, vive in un mondo di fantasia tutto suo in cui si figura come compagna la sorellina morta prima che lei nascesse e di cui non sa nulla. Nessuno infatti gliene parla mai, su Leah grava un segreto.

Tripoli, giugno 2004. Al governo del Paese ormai da molti anni, il colonnello Gheddafi tenta di riprendere i contatti con gli ebrei libici emigrati in Italia, di cui ha confiscato tutti i beni. Invita perciò a Tripoli una delegazione.

Ad accompagnarla c’è anche l’avvocato Micol Cohen, la bambina esile e insicura di un tempo. Adesso è una donna protagonista della sua vita, professionalmente riuscita, che non ha mai saputo costruire un legame sentimentale stabile. E il suo pensiero, una volta in Libia, va alla sorella così presente nella sua infanzia e di cui dovrà esplorare il segreto.

Il link al sito della casa editrice E/O

Se vuoi leggere un’altra storia ambientata in Libia, ci sono i libri di Roberto Costantini

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