24 Ott La lama e l’inchiostro / Ciro Auriemma
Era un soldato. Era uno scrittore. Era un uomo in fuga da due Regni.
La lama e l’inchiostro
Una storia magica, avventurosa, con tutta la poesia e l’emozione di un romanzo come quelli che ci facevano rimanere a leggere di nascosto sotto le coperte, quando avremmo dovuto dormire, da bambini. E poi un grande personaggio, Miguel de Cervantes, fiero, coraggioso, un combattente, prima ancora di essere un immenso scrittore. Lo segue il fedele Pablo, un ragazzino che guarda ammirato il grande uomo e che si lascia guidare da lui in una grande avventura nella Cagliari del 1573.
Tutto questo e molto di più nasce dalla penna ispirata di Ciro Auriemma, che racconta la sua Sardegna in un’epoca lontana, ma non troppo. Una storia che ricostruisce grazie all’immaginazione dello scrittore il passaggio, reale, dell’autore di Don Chisciotte proprio a Cagliari. Si parla anche di un potere corrotto, del coraggio che porta a non arrendersi mai, di fughe notturne, combattimenti rocamboleschi e travestimenti. E che lancia messaggi e insegnamenti anche attuali. Il tutto con uno stile letterario che riesce nella modernità, a restituire la grandiosità dei grandi romanzi che ci hanno accompagnati e sempre ci guideranno nella vita.
Tutto grazie a una scrittura sublime.
Pure quando mi sorrideva il viso si illuminava di una tristezza profonda, come se in qualche altra vita avesse amato la dea del dolore e giaciuto con lei, come uno sposo con la sua diletta sposa, e questa lo avesse
a tal punto sedotto che ogni cosa gliela ricordasse, con struggimento e passione.
La trama
Cagliari, 1573. È quasi il crepuscolo quando alla porta di Miguel de Cervantes, giunto in Sardegna al soldo del viceré, bussa forte Pablo, un giovane che l’uomo ha preso sotto la propria ala. «Vi cercano» grida, «dovete scappare!»
Sul cadavere di Felipe Dulces, un nobile cagliaritano, è appena stato ritrovato il pugnale moresco dello spagnolo e le guardie stanno venendo ad arrestarlo. Il movente potrebbe essere passionale, dato che Cervantes è l’amante della moglie del nobile. Manca però l’opportunità. I due si trovavano insieme, proprio in quella stanza, mentre l’uomo veniva ucciso.
Ma Miguel non vuole compromettere la donna per scagionarsi, così si mette in fuga. Anche perché le prove a suo carico, come scopre dallo stesso viceré, sono consistenti. Nella stanza della vittima è stato rinvenuto un documento falso, dal quale si evincerebbe che Miguel avrebbe ottenuto dei benefici se avesse ucciso il Dulces.
Inizia così l’appassionata e pericolosissima indagine di Cervantes e del fedele Pablo per scoprire la verità. Saranno giorni d’avventura e paura, fughe rocambolesche, funzionari corrotti, lotte di potere e sette segrete, che renderanno indimenticabile il soggiorno di Miguel a Cagliari e che verranno resi immortali da alcune delle sue pagine più belle.
Ciro Auriemma, come i narratori del passato, ci immerge completamente in questa storia lontana e tuttavia contemporanea, facendoci accarezzare per un attimo la grandezza di un antieroe dal profondo valore.
Se ami i romanzi storici, non perdere La Piccinina
Nessun commento