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La Piccinina / Silvia Montemurro

Lo sciopero delle coraggiose bambine sfruttate a Milano nel 1902

La Piccinina di Silvia Montemurro

Questo romanzo, della bravissima Silvia Montemurro, è un piccolo gioiello. Mi ha stupita, perché mi ha raccontato una storia che ignoravo, quello di uno sciopero condotto da bambine sfruttate, le “piscinine”. E poi perché mi ha portata nella Milano dei primi del Novecento, facendomi girare per le strade della città, tra ricchezza, miseria, donne coraggiose, bambine maltrattate, artisti, approfittatori e sognatori di un mondo migliore.

E poi ci sono Nora, Gianna, Lisa, Angelica: ragazze che cercano di conquistarsi uno spazio in un mondo che le lascia ai margini, le mette in pericolo, dove a vincere sono sempre gli uomini e dove anche le donne adulte sembrano coalizzarsi contro di loro.  Nora non conosce la forza che ha dentro di sé. E come potrebbe, dopo aver passato un’infanzia in cui si è sentita sempre inferiore agli altri per la balbuzie e la mancanza di affetto da parte dei genitori.

E poi c’è la figura di Emilio Longoni, l’artista, che con i suoi quadri ha raccontato la società della sua epoca. Una figura che veglia, da lontano su Nora, il padre che si sarebbe meritata.

Un libro assolutamente da leggere.

La trama

All’età di cinque anni, nel 1890, Nora viene ritratta da Emilio Longoni. Il quadro che ne esce diverrà poi famoso tanto quanto L’oratore dello sciopero. Si tratta de La piscinina, termine dialettale in voga nella Milano dell’epoca.

Le piscinine, bambine dai cinque ai diciassette anni, compivano i lavori più svariati, come quello di modiste, apprendiste sarte, corriere dei vestiti agli opifici tessili. Erano sfruttate, sottopagate, come quasi tutti gli appartenenti alle categorie dei ceti bassi dell’epoca.

Nora cresce senza amore, in una famiglia operaia. Il padre morrà durante la protesta del pane, davanti ai cannoni di Bava Beccaris. Pochi anni dopo la stessa Nora, ancora adolescente, guiderà il primo sciopero femminile di minorenni, le piscinine, appunto. Vi prendono parte bambine e giovanissime adolescenti. Per dieci lunghi giorni, periodo in cui si distenderà la fabula del romanzo, percorrono le strade di Milano, urlando l’Inno dei lavoratori e vessando le crumire.

Ma la storia di Nora ha un lato decisamente più personale e sentimentale. Le amicizie, le rivalità, i tradimenti, il primo amore, le violenze sulle donne e sulle minori s’innervano dentro una storia di formazione femminile. Lo scenario è una Milano sorprendente: povera, popolare, vitale, arrabbiata, in fermento.

 

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