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recensione la stagione dei ragni

La stagione dei ragni / Barbara Baraldi

In una notte d'agosto del 1988 il ponte Vittorio Emanuele I viene invaso dai ragni. E qualcosa di malefico si scatena a Torino.

Recensione La stagione dei ragni di Barbara Baraldi

Una scoperta sorprendente, un libro che mi ha coinvolta, appassionata e riportata nella Torino degli Anni 80. “La stagione dei ragni” è un thriller veramente appassionate, scritto benissimo, con personaggi vividi. Mi sono affezionata subito, manco a dirlo, alla giornalista Leda De Almeida (e Carlo), a Greta, al magistrato Scalviati, a Di Cara e a Ludwig. Grazie alla penna di Baraldi Torino “brilla alla luna” di una luce sinistra e intrigante. C’è un serial killer, in un’epoca in cui per l’Italia le tecniche investigative più moderne e scientifiche stavano appena iniziando ad affacciarsi dall’America.

L’autrice è stata bravissima a ricostruire l’atmosfera dell’epoca, dai telefoni a gettoni alla musica, al modo di vestire, ma anche di raccontare come si indagava nel 1988. Tutto estremamente credibile ed emozionante. Mi chiedo come ho fatto a non averla scoperta fino ad ora. Una particolare emozione leggere le pagine dedicate al lavoro di redazione de “La Stampa”, quando il pc prendeva il posto della macchina da scrivere, quando i lettori aspettavano la mattina per leggere le notizie e i reportage. Quando i giornalisti potevano ancora fare la differenza.

Vi consiglio questa lettura per l’estate. Mi ha coinvolta come non accadeva da tempo. E spero davvero di ritrovare presto, anzi, prestissimo, Scalviati e Leda.

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La trama

È una notte d’estate del 1988, e a Torino si verifica un evento inspiegabile: il ponte Vittorio Emanuele I è completamente invaso da colonie di ragni, con lunghissime ragnatele sul parapetto che porta al santuario della Grande Madre. Quasi un prodigio, che attirerà decine di curiosi. Intanto il sostituto procuratore Francesco Scalviati si trova dalle parti del Pian del Lot, sulla scena di un crimine: una coppia di fidanzati uccisi in macchina in un luogo solitario.

È il terzo, feroce omicidio che sembra imputabile alla stessa mano. Un caso cruciale e insidioso per il magistrato, in un momento particolarmente delicato della sua vita, visto che sta per diventare padre. Tra i presenti sulla scena c’è anche Leda De Almeida, giornalista investigativa con un passato traumatico in Libano, che Scalviati tenta di dissuadere dall’intraprendere un’indagine autonoma che potrebbe rivelarsi pericolosa.

Ma a dare una svolta imprevista agli eventi sarà l’arrivo di Isaak Stoner, giovane e arrogante analista dell’FBI, che offre a Scalviati i nuovi potenti strumenti della criminologia, come il profiling e la teoria degli omicidi “seriali”, ancora sconosciuti in Italia. Seppur affascinato da queste idee innovative, Scalviati non riesce a fidarsi completamente del collega americano, convinto che nasconda un segreto. Nel frattempo, si avvicina il giorno del parto per sua moglie: sarà una bambina, ma i due non riescono a deciderne il nome. Proprio allora, il “mostro” colpisce di nuovo.

Questo il sito di Barbara Baraldi, se la volete conoscere meglio.

 

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