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recensione forse ho sognato troppo

Forse ho sognato troppo / Michel Bussi

ll tempo, il viaggio e un amore del passato

L’amore, il viaggio e il tempo

(Recensione Forse ho sognato troppo) Sono queste le coordinate della storia che Bussi racconta nel suo nuovo libro pieno di suspence e ricco di interrogativi, ma anche di spunti di riflessione.

L’amore è sicuramente protagonista indiscusso. Nathalie, la protagonista, ha provato un sentimento travolgente. L’amore che si prova una volta nella vita e che è come un dono. Lo ha custodito per vent’anni nei suoi ricordi. Una serie di coincidenze (ma saranno coincidenze?) improvvisamente la riportano al viaggio in cui incontrò un giovane musicista pieno di sogni e di speranze che le ha cambiato la vita.

C’è poi l’amore di Nathy per il marito e la famiglia. Un amore rassicurante, accogliente, capace di dare un senso all’esistenza. Vale meno di quello per Ylian? O è un’altra dimensione dell’amore comunque in grado di offrire la felicità? A ciascun lettore le proprie considerazioni.

Il viaggio è la dimensione in cui si svolge la storia. Montreal, Parigi, Los Angeles, Barcellona, Giacarta: Bussi mi ha trasportata in giro per il mondo, facendomi sognare i luoghi che ancora non ho visitato e allo stesso tempo facendomene rivedere altri che ho amato.
Le descrizioni delle città sono suggestive e realistiche e, soprattutto in questo momento di stasi forzata, permettono di liberare la mente e farla volare con Nathalie su quegli aerei.

Il tempo. Credo sia una cifra costante di Bussi, che ama giocare e scombinare i piani temporali. Il tempo, che addirittura diventa “assassino” in un altro libro bellissimo dell’autore francese, non è un semplice susseguirsi di eventi lungo una linea retta.

Il tempo, e qui è stata solleticata la mia vena filosofica, è come un fiume nel quale si cristallizzano alcuni sassolini, alcuni momenti che restano. Non sono né nel passato, né nel futuro. E’ come se, in un certo senso, fossero sempre presente.

Forse è proprio questo a dare un senso all’amore: quello vero non è mai “passato”, è sempre presente.

La trama

La vita di Nathalie, hostess dell’Air France, scorre liscia come l’olio: vive in una graziosa villetta sulle rive della Senna, ama, riamata, il marito ebanista e ha due belle figlie di diciotto e ventisei anni.

La sua vita oscilla tra il lavoro, che tre volte al mese la fa volare all’altro capo del mondo, e la famiglia, a cui si dedica con entusiasmo e attenzione.

L’idilliaco quadretto si spezza però per una serie di incredibili coincidenze in seguito alle quali si trova a ripercorrere lo stesso itinerario di viaggio, tre voli in rapida successione a Montréal, Los Angeles e Giacarta, durante il quale vent’anni prima si era perdutamente innamorata del giovane chitarrista Ylian.

Sta accadendo qualcosa di strano. Una mano invisibile la spinge a tornare sui suoi passi, dentro un mistero sempre più inquietante.

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