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recensione aracoeli di elsa morante

Aracoeli / Elsa Morante

"Da quando ho perso il mio primo amore Aracoeli, mai più mi si è dato un bacio d'amore"

Recensione Aracoeli di Elsa Morante

Un libro potente, per nulla rassicurante, che regala poche certezze e molte domande. In questa sua ultima opera la grande Elsa Morante porta all’estremo il tema a lei caro del rapporto tra realtà, sogno e scrittura. Ancora una volta racconta di una madre e di un figlio, come ne La Storia.

In questo caso però il rapporto tra i due è ancora più lacerante e drammatico. Manuele è un uomo infelice, sempre ai margini della propria vita. Sua madre, Aracoeli, una giovane donna andalusa, è l’unica persona dalla quale sente di essere stato amato.

Manuele vive nel ricordo degli anni felici dell’infanzia, durante i quali mamma e figlio vivevano in un rapporto perfetto e in una realtà fatta di giochi, favole, cose belle di cui meravigliarsi a ogni ora, come il passaggio di un cane.

La vita però cambia le carte in tavola. Prima una morte improvvisa, poi una malattia che trasforma Aracoeli e la allontana dal figlio, dalla famiglia, addirittura da se stessa.

Emanuele, ormai adulto, parte per un viaggio in Andalusia, per conoscere i luoghi in cui sua madre è cresciuta. Là sa di non trovare nessuno ad attenderlo e non sa nemmeno esattamente cosa stia cercando. Ma è l’occasione per un viaggio definitivo dentro i ricordi, tra i mille segreti della vita con la madre, che ha conservato come fossero sacri.

La scrittura perfetta

Credo che questo libro sia potente proprio grazie alle parole. Elsa Morante riesce a dare una forza incredibile grazie a una scrittura perfetta, densa. Sembra di vivere nella mente di un bambino che osserva incantato e innamorato la mamma, proprio grazie alla capacità di Morante di trovare per ogni immagine il termine perfetto.

Il sogno

In Aracoeli Elsa Morante confonde i piani tra realtà e fantasia, presente, passato, ricordi e sogni. Perché sono i sogni a darci la forza di esistere, a spiegare ciò che non riusciamo a capire, a colmare i vuoti.

Ho letto che diverse recensioni definiscono questo romanzo come il più misterioso di Elsa Morante. Secondo me più che misterioso è ricco di significati, da interpretare, ma anche da lasciare così, intatti. Credo che la scrittrice, ormai alla fine della propria vita abbia voluto raccontare molto di sé. Ma non serve Freud per ricordarci che ciascuno di noi custodisce ricordi dell’infanzia che, nel bene o nel male, condizionano la sua vita.

Consiglio Aracoeli a chi ha voglia di partire con Manuele per un viaggio sicuramente difficile e impegnativo, ma che lascerà il segno.

La trama

Ombre mute popolano la mente del quarantenne Manuele, confondendosi con un’infanzia paradisiaca, alla ricerca della quale il protagonista si incammina come in un viaggio iniziatico. Aracoeli narra di un rapporto tra madre e figlio, inizialmente esclusivo e totale, il cui ricordo diviene prigione e condanna.

Manuele, quarantenne fallito e omosessuale infelice, rimpiange l’infanzia paradisiaca vissuta in simbiosi con la madre Aracoeli, una selvaggia ragazza andalusa sposata a un ufficiale della marina italiana. Il rapporto tra madre e figlio, tema favorito nell’opera di Elsa Morante da L’isola di Arturo a Lo scialle andaluso a La storia, è qui ripreso con maggiore strazio.

 

Di Elsa Morante leggi anche La Storia.

Se vuoi approfondire leggi MoranteMoravia Storia di un amore di Anna Folli

La casa editrice Einaudi 

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