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Il Maestro delle Ombre / Donato Carrisi

Per Marcus e Sandra Vega un nuovo caso, mentre la Città Eterna sprofonda

Atmosfera da kolossal americano, trama sempre più complessa e la sfida lanciata dallo scrittore di “distruggere Roma”. La Città eterna, come già accaduto nei due precedenti romanzi della saga del penitenziere Marcus e dell’agente di polizia Sandra Vega, appare cupa, piena di significati esoterici e misteriosa. E questo è quello che avevo adorato de “Il tribunale delle anime”, primo romanzo della serie. Questa volta, però, Carrisi fa un ulteriore passo avanti: ricostruisce uno scenario apocalittico che obbliga il lettore a stare incollato al libro. E quando arrivi all’ultima pagina, non vedi l’ora di poter leggere il prossimo capitolo. Tanto di cappello a Carrisi per questo romanzo nel quale mette un po’ di tutto, un pizzico di Dan Brown, un forte richiamo al caso Orlandi, riferimenti a Il silenzio degli innocenti (con il serial killer imprigionato in Vaticano), agli scandali nella Chiesa. Il tutto architettato con maestria che va riconosciuta a Carrisi. Il Maestro delle Ombre a dire il vero si allontana dal genere di thriller che più amo (per me il top sono Costantini da una parte e Patricia Cornwell dei primissimi romanzi dall’altra), ma che lo devo ammettere, mi ha tenuta incollata al libro.

TRAMA
Un black out di 24 ore unito a un’alluvione gettano Roma nel caos e nell’anarchia. Papa Leone X nel 1521 aveva emesso una bolla misteriosa: Roma non sarebbe mai dovuta rimanere al buio. Dopo cinque secoli le tenebre però calano sulla Città Eterna e dal profondo della notte il Male si risveglia. Riti esoterici ed efferati omicidi si intrecciano alla scomparsa di un bambino avvenuta 9 anni prima.

Di Donato Carrisi leggi anche La ragazza nella nebbia

 

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