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la condanna dei viventi

La condanna dei viventi / Marco De Franchi

Recensione La condanna dei viventi di Marco De Franchi.

Ho scoperto questo thriller di Marco De Franchi grazie a numerose recensioni entusiastiche. Ho trovato sicuramente un libro avvincente e, soprattutto nella prima parte, molto convincente. Bella l’idea del bambino sfuggito al rapimento, interessanti tutte le indicazioni sull Sco della Polizia di Stato, dove l’autore ha lavorato.

Si percepisce chiaramente la conoscenza per averli vissuti in prima persona dei meccanismi di un’indagine. Ho trovato un po’ meno credibile tutto l’accanimento nei confronti della poliziotta Valentina, manco a dirlo bellissima e sola, e un po’ troppe riflessioni sul male e il bene. Però tutto è così ben orchestrato che la lettura va avanti senza intoppi. Forse tutto è un po’ troppo lungo. Ma l’idea alla base è sicuramente interessante e la storia riesce, almeno fino a tre quarti, ad avvincere come non mi capitava da tempo. Aspetto il prossimo capitolo.

La trama

Il bambino ritrovato nella notte sta nascondendo qualcosa. Fosco sostiene che è stato rapito ma è riuscito a scappare, correndo per le campagne toscane. Nessuno gli crede, o forse nessuno ha provato ad ascoltarlo davvero. Io sì. E so che dentro il suo racconto si cela qualcosa di terribile. Qualcosa di più grande di lui e, forse, anche di me. Ma cosa può essere? Soltanto quando un altro bambino scompare, inizio a intravedere uno spiraglio per portare avanti la mia indagine. Fosco e Andrea vivono lontani, non si conoscono, non hanno nulla in comune.

Tranne l’aspetto: sono identici, potrebbero essere gemelli. Andrea, però, non ricompare: sta a me trovarlo, stanare chi ha ucciso suo padre e l’ha portato via da sua madre. Sta a me salvargli la vita. Ma da sola non ce la posso fare, ho bisogno di aiuto. L’unico a credere in me è Fabio Costa, un poliziotto reietto e dal passato oscuro, spedito al confino in un piccolo commissariato di provincia. Mentre il numero delle vittime aumenta, e gli enigmi si fanno sempre più indecifrabili, capisco che l’artefice di questi delitti risponde a un disegno superiore.

La sua è un’ossessione morbosa, feroce, inarrestabile: trasformare le proprie follie visionarie in violente realtà. In deliranti opere d’arte. Mi chiamo Valentina Medici, sono il più giovane commissario del Servizio Centrale Operativo, e questa è la mia prima, vera indagine. E rischia di essere anche l’ultima della mia vita. Perché nessuno può precipitare in un pozzo così nero, così profondo, e sperare di riemergerne indenne.

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