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recensione i passi di mia madre di elena mearini

I passi di mia madre / Elena Mearini

La ricerca di un amore mancato

Recensione I passi di mia madre di Elena Mearini. “I passi di mia madre” è la storia di Agata, una editor quarantenne, che convive con una grande assenza, quella della mamma, che l’ha abbandonata. Un vuoto che si porta dietro da troppo tempo e che ancora la condiziona in ogni sua scelta, sentimentale, professionale e che si ripercuote in un disturbo alimentare.

Fino a quando Agata non decide di mettersi al computer e provare a inventare una storia, per ritrovare la presenza della madre. La narrazione si svolge su due piani: la vita di Agata e la storia immaginata del suo amore mancato.

Un romanzo che è scritto con lo stile altissimo ed elegante di Elena Mearini, che ci regala moltissime citazioni di grandi autori. La storia di Agata mi ha conquistata da subito e mi ha fatta soffrire e sperare con lei fino all’ultima pagina. Il romanzo, però è anche un grande omaggio alla letteratura. In particolare al potere che i libri e la scrittura hanno di dare delle risposte alle nostre più grandi domande, di colmare il vuoto che ci portiamo dentro e allo stesso tempo dare un senso alla nostra vita.

Spesso la promessa di felicità  vive “alla porta accanto” e quasi non la vediamo, intenti a colmare il vuoto che abbiamo dentro.

Il rapporto con i genitori e con i loro errori è ciò che forse condiziona maggiormente le nostre vite ed Elena Mearini ci offre una chiave di lettura veramente preziosa per tutti. Un libro di grande qualità, consigliatissimo anche a chi ama leggere oltre le righe.

La trama

Agata è una editor quarantenne che vive a Milano, nel quartiere cinese, dove le insegne dei negozi sono forme mute, ideogrammi impossibili da leggere e decifrare. Anche lei è piena di mistero e di indicibile, l’unica cosa chiara e manifesta è il vuoto che la abita e la ossessiona.

Un vuoto intollerabile da riempire a ogni costo, prima con il cibo, poi con Samuele, il classico uomo sfuggente con il quale si è creata una relazione di dipendenza e privazione. Agata ripercorre con lui la vicenda di un abbandono antico, vissuto quando la madre se ne andò di casa e scomparve, lasciandola sola con il padre e con un’irrimediabile mancanza.

Sarà proprio a lei, a questa madre di cui nessuno conosce la fine, che la protagonista deciderà di dedicare una lunga lettera-romanzo nell’intento di ricostruirne la storia, di ritrovarla almeno nelle parole scritte, viva tra le pagine. S’inventa una madre, Agata, per riscoprirsi prima figlia e poi, finalmente, donna.

Qui la biografia di Elena Mearini

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