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Da dove la vita è perfetta / Silvia Avallone

“Che cos’è l’inferno?” E do la seguente risposta: “La sofferenza di non essere più capaci di amare”. F. Dostoevskij

RECENSIONE DA DOVE LA VITA È PERFETTA DI SILVIA AVALLONE. Silvia Avallone non mi delude mai e in questo romanzo si conferma una delle mie autrici preferite. Storie di fantasia, ma “vere” in ogni cellula, vivono in ogni sua pagina.

In “Da dove la vita è perfetta” racconta di tante imperfezioni e della ricerca di quel momento di felicità in cui tutto sembra finalmente al suo posto. Il tema della maternità e paternità è centrale: una ragazzina che si trova mamma suo malgrado, una donna che vuole un figlio a tutti i costi.

Storie parallele che si intrecciano tra una periferia degradata, il mondo dell’esclusione, e le vie del centro di Bologna tra gli scintillanti negozi e le pasticcerie. Ho anche apprezzato i riferimenti a Dostoevskij e ad altri autori “classici” disseminati in un romanzo in cui la letteratura si propone come una possibile via di fuga da vite apparentemente senza uscita.

TRAMA

Adele, 17 anni, una madre, una sorella e un padre in galera, scopre di essere incinta. Il padre del bambino è Manuel, padre tossicodipendente, pieno di ambizioni. Zeno, mentre accudisce la madre resa muta dalla depressione, si aggrappa all’immagine di Adele che spia dalla finestra.

Intanto, in un lussuoso appartamento del centro, Dora si strugge per un figlio che non arriva, mandando in crisi il suo matrimonio con Fabio.

 

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