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recensione ninfa dormiente ilaria tuti

Ninfa dormiente / Ilaria Tuti

Torna il commissario Teresa Battaglia

Aspettavo con trepidazione (per vari motivi) questo libro…

Recensione Ninfa dormiente di Ilaria Tuti

Dopo il successo (meritato) di Fiori sopra l’inferno, Ilaria Tuti torna con Ninfa dormiente e ci riporta in alta montagna, tra boschi misteriose e storie che affondano le radici nel passato. E’ subito bello ritrovare il commissario Teresa Battaglia, purtroppo alle prese con la malattia che potrebbe annientarla da un momento all’altro.

Ritroviamo anche Marini, suo fedele collaboratore, che in questo romanzo iniziamo a conoscere meglio. Il resto della squadra, anche questa volta, resta un po’ sullo sfondo. Ci sono anche due new entry, altri due personaggi che mi sono piaciuti moltissimo: Blanca e il suo cane Smoky, specializzati nella ricerca di tracce di sangue. Ma anche qui non vi svelo di più.

Teresa e i suoi uomini sono alle prese con un cold case. Si trovano a dover indagare su un dipinto realizzato con il sangue, molti anni prima, durante i tempi della lotta partigiana. L’autore del dipinto è ancora vivo, ma da settant’anni è chiuso nel silenzio più assoluto.

L’indagine porta la squadra in val Resia, un luogo unico nel suo genere, con una popolazione fiera che da secoli conserva la propria unicità e difende gelosamente la propria storia.

Ed è qui che le cose si complicano.

Perché entrano in scena culti mistici, tradizioni e significati esoterici. Non rivelo niente ovviamente per chi deve ancora leggere il libro, ma per chi non lo ha fatto ho una domanda: non vi sembra un po’ troppo tortuosa la vicenda?

Ed ora che l’ho letto…

Non so, anche se la storia è coinvolgente, la scrittura molto buona, l’ambientazione affascinante, i personaggi ottimi, c’è qualcosa che non mi convince. Forse c’è “troppo” e quando le cose si fanno troppo complicate, inevitabilmente per me diventano poco credibili. So di essere una voce fuori dal coro, dal momento che ho letto recensioni solo entusiastiche di questo romanzo, ma devo essere sincera con voi.

Ci sono diversi temi affrontati dalla Tuti a cominciare dalla maternità, intesa nel suo senso più ampio. E’ madre chi sa accogliere.

Ora, però, aspetto i vostri pareri.

La trama

“Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa”.

Il sito dell’editore 

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