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La Manica Nobile / Piervalle

Un delitto al party esclusivo tra invitati di nobile stirpe, servitù e segreti inconfessabili

Un delitto consumato durante il ricevimento annuale nel palazzo dei principi Dadda, sull’isola circondata dalle acque del lago. Lo scenario già di per sé è intrigante. Ma quello che più ho apprezzato di questo romanzo di Piervalle è lo stile, elegante, ricercato e retro. Non amo la scrittura troppo barocca, ma per questo romanzo è perfetta e non risulta mai pesante. Barocca come il palazzo e i giardini che lo circondano, come i suoi protagonisti, una nobiltà che cerca di sopravvivere ormai decisamente fuori tempo. Credo che la stessa storia, scritta in un altro modo non avrebbe funzionato. Vi consiglio questo libro se amate i gialli in cui protagonista è un acuto investigatore, seppur aiutato da un programma informatico all’avanguardia, e non gli esami di laboratorio, il dna e le analisi spesso fantascientifiche sulla scena del crimine. E poi ve lo consiglio perché parla del mio lago Maggiore, uno dei luoghi più belli d’Italia. La trama è chiara e si svolge coerentemente. I personaggi hanno dei caratteri ben delineati e ci sono anche momenti di ironia molto apprezzabile.

TRAMA

In un ambiente riservato ed esclusivo si svolge la festa che segna la fine della stagione estiva e l’imminente partenza dei principi Dadda dalla loro residenza nel palazzo che sorge su un’isola nel lago. L’equilibrio di buone maniere, cerimonie e cortesia si spezza quando viene trovato il corpo senza vita di una baronessa invitata al ricevimento. Gli invitati vengono trattenuti dagli inquirenti all’interno del Palazzo, nella cui “manica nobile” vengono a poco a poco alla luce passioni, segreti e una follia fino a quel momento rimasta sepolta.

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