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Fiori sopra l’inferno / Ilaria Tuti

"... Noi camminiamo sopra l'inferno, guardando i fiori"

Una protagonista che entrerà nel vostro cuore

Recensione Fiori sopra l’inferno di Ilaria Tuti. Appena ho finito di leggere questo libro, che poi non è solo un thriller e vi spiegherò perché, ho avuto due sensazioni.

La prima: era da tempo che non mi appassionavo così a una storia. La seconda: Teresa Battaglia mi manca già.

Saper creare un intreccio interessante, non banale, e personaggi vivi e per nulla scontati credo che siano due virtù difficili da trovare insieme in uno scrittore. Se aggiungiamo il fatto che Ilaria Tuti è al suo esordio, beh, la cosa si fa ancora più interessante.

Un serial killer un po’ anomalo terrorizza un piccolo paese delle Dolomiti. La natura incontaminata e spesso inquietante è lo sfondo della vicenda, ma spesso anche protagonista. La neve e i boschi avvolgono un mistero che il commissario Teresa Battaglia deve risolvere, prima che ci siano nuove vittime.

Teresa è una donna burbera, non facile da avvicinare. Ma gli uomini della sua squadra sono pronti a tutto per difenderla. Perché Teresa, e l’immenso dolore che si porta dentro, è capace di offrire umanità e protezione ai più deboli. Dà tutta se stessa per le indagini e non ha paura di guardare in faccia l’inferno che si nasconde sotto i fiori, ai quali la nostra vista si ferma. Forse per autodifesa.

Il thriller di montagna

L’autrice è bravissima a descrivere i paesaggi, le case, gli stili di vita di un mondo che ha per forza di cose regole proprie e un linguaggio difficile per chi viene dalle “basse quote”. La comunità, che nei secoli ha dovuto imparare a stringersi e farsi scudo per sopravvivere alla fame, è pronta a difendersi contro tutte le invasioni: degli impianti sciistici, del turismo e anche della polizia.

La neve bianca e immacolata nella storia spesso si tinge di sangue, conseguenza di una colpa gravissima commessa tanti anni prima.

I bambini

Oltre a Teresa, mi sono rimasti nel cuore i bambini che sono fantastici co-protagonisti del libro. Le loro vite non facili li hanno resi uniti tra loro, solidali e pronti a tutto per difendere un amico. Il commissario è forse il primo del mondo dei “grandi” che riesce a dialogare con loro e, soprattutto, ad ascoltarli.

Spero che quello con Teresa e la sua squadra sia solo un arrivederci al prossimo romanzo.

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