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L’uomo del labirinto / Donato Carrisi

La caccia al mostro è nella tua mente

Un thriller psicologico perfetto

Recensione L’uomo del labirinto di Donato Carrisi

Ho avuto bisogno di qualche giorno di meditazione dopo aver terminato la lettura de L’uomo del labirinto. Il nuovo thriller è arrivato dopo pochissimo tempo dall’uscita del film diretto da Carrisi La ragazza nella nebbia (tratto dall’omonimo libro). Prima considerazione: non c’è stato l’effetto “uauh”, ad esempio de “Il tribunale delle anime”. Seconda considerazione: è un thriller psicologico praticamente perfetto.

Ho letto il libro in un pomeriggio eppure non sono riuscita a immedesimarmi nei personaggi e affezionarmi fino in fondo. Né a Samantha, adolescente rapita e segregata per anni in quello che lei chiama “labirinto”, né a Genko, investigatore privato che ha i giorni della vita contati e che vuole redimersi prima di morire.

Eppure il libro è un ingranaggio che funziona a meraviglia, pur con un protagonista moribondo e una protagonista in un letto di ospedale in preda alle allucinazioni. Carrisi si conferma sempre più il maestro del thriller, in grado di scrivere anche qualcosa di nuovo in questo genere troppo abusato. In questo libro gioca con le carte, le rimescola, porta il lettore nel “labirinto” di cui è l’unico e vero Maestro. Fino a un finale inaspettato (che non vi svelo), anche questo un gioco da maestro.

La trama

In città (che non esiste, come Avechot de La ragazza nella nebbia) il caldo è insopportabile, tanto che la gente inizia a vivere al contrario: dormire di giorno e lavorare di notte.

Esplode la notizia del ritrovamento di una giovane donna, nuda e ferita, in una palude. Il Dna conferma che si tratta di un’adolescente scomparsa quindici anni prima. Inizia la caccia al rapitore, con un profiler dell’Fbi che cerca di aiutare la ragazza, sconvolta e confusa, a recuperare ricordi e dettagli preziosi.

Nello stesso momento iniziano le indagini anche di Genko, l’investigatore privato che fu incaricato dai genitori della giovane di cercarla all’epoca della scomparsa. Genko ha i giorni contati per una malattia che sta per fermargli il cuore, e prima di lasciare questo mondo spera di rimediare al buco nell’acqua di quindici anni prima.

C’è solo una traccia per cercare di identificare il mostro: una testa di coniglio.

L’uomo del labirinto

Il rapporto di dipendenza che si crea tra le vittime e i rapitori, il labirinto della mente e la sua discrepanza con la realtà, ciò che appare e ciò che è in realtà: sono tanti i temi che Carrisi domina e sviluppa con maestria.

Per non spoilerare posso solo dire che il vero colpo di scena è però alla fine, e vi avviso che sarà come una doccia fredda che vi farà scattare sul divano o sulla poltrona dalla quale stavate leggendo comodamente, certi che ormai tutto fosse risolto.

 

 

 

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