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Uccidi il padre / Sandrone Dazieri

Bambini rapiti e una verità terribile sepolta dal tempo

Lo ammetto, sono arrivata tardi a scoprire Dazieri, soprattutto perché mi ha incuriosita il nuovo romanzo, “L’Angelo”, ma, come di consueto ho preferito iniziare con il prequel, uscito già un paio d’anni fa. L’ho letto in due giorni e devo dire che le emozioni sono contrastanti. Da una parte, è innegabile la maestria di questo autore che ti prende dalla prima pagina e ti accompagna fino alla fine con un ritmo incessante e una trama tutto sommato coerente. La protagonista è la solita poliziotta sola con un passato difficile alle spalle e crisi di panico (mi sembra una sorella della Sandra Vegas di Carrisi o una delle tante protagoniste delle fiction, non per niente Dazieri è autore di telefilm). Più simpatico e originale Dante, ex bambino rapito, con innumerevoli fobie e abilissimo nello smascherare pedofili e nel ritrovare minori scomparsi. Mi sono subito affezionata a lui. Il resto è tutto un dejà-vu, tra poliziotti e magistrati “cattivi” pronti a sbattere un innocente in galera pur di chiudere il fascicolo, e poliziotti e magistrati “buoni” che invece sono pronti a tutto pur di giungere alla verità. Tutto è così ben orchestrato da far filare il romanzo velocemente con immediato effetto “page turner”, ma poi quello che resta veramente al lettore è pochino. Credo che la lettura del nuovo romanzo potrà aspettare, al massimo lo terrò presente per l’ombrellone, quest’estate.

TRAMA
Colomba Caselli, giovane e brillante poliziotta, è in aspettativa dopo un terribile fatto di sangue che lei chiama “il Disastro” e che l’ha ferita nel corpo e nello spirito. Viene però chiamata dal suo superiore che la convince a fare un sopralluogo sulla scena di un crimine: una mamma viene ritrovata decapitata in un bosco, mentre il figlio, bambino autistico di pochi anni, è sparito. Il magistrato fa arrestare subito il marito, ma a Colomba qualcosa non torna. Ci sono troppe cose che non collimano, a cominciare proprio dalla sparizione del bambino. Chiede aiuto a Dante, rapito e ridotto in schiaviù per 13 anni quando era piccolo, e ora specializzato nella ricerca di pedofili e reati legati ai minori. Insieme danno vita a una “contro-indagine” per ritrovare il bambino rapito che li metterà nei guai fino al collo, ma che permetterà di portare alla luce, almeno in parte, una verità spaventosa, sepolta da decenni.

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